La vera dignità viene dal lavoro
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Sentendo certe affermazioni di nostri politici che ribadiscono che il nostro sistema sociale è ampliamente valido e sufficiente per garantire il minimo vitale al cittadino e per invitare a votare un no il prossimo 14 giugno contro il salario minimo di fr. 3.500, mi fa rabbrividire. Altrettanto vergognoso sempre richiamare i frontalieri come argomento e che ne trarrebbero un beneficio. Come pure che da anni, specialmente nel Mendrisiotto certe aziende d’oltre confine praticano stipendi da fame e nessuno riesce a fermare questo sfruttamento di mano d’opera.
Oggi il cittadino lavoratore vuole percepire uno stipendio che gli possa garantire un minimo vitale e senza far ricorso al sistema sociale. Il sistema sociale è giusto per i casi sociali ma mi fa gridare allo scandalo se lo vogliono equiparare e quasi sostituire al discorso dello stipendio. La dignità del cittadino è data dal lavoro, dall’indipendenza e dal riuscire nella vita grazie alle proprie mani/sudore ed al proprio intelletto. Non grazie all’assistenza. La persona vuole crearsi la famiglia crescerla e mantenerla grazie al lavoro che gli dia un minimo vitale di sicurezza e non grazie all’assistenza.
Vergognoso è anche rivangare che si favoriscono i frontalieri. Il frontaliere arriva da noi perché certi «imprenditori» preferiscono pagare di meno. Il vero imprenditore valuta la persona che assume anche dagli studi fatti (in Svizzera abbiamo le migliori scuole riconosciute a livello mondiale – non è strano che quindi i nostri studenti poi dipendenti, non siano mai all’altezza del compito richiesto come purtroppo anche certi ministri a volte affermano?) L’imprenditore avveduto valuta anche la provenienza del suo dipendente. Perché non parliamo di chilometro zero anche per il dipendente in azienda? Non parlo di risparmio energetico ma per il fatto che con il km zero sono sicuro che la mia persona arrivi sul lavoro motivata, non stanca del viaggio e magari anche a piedi. Supponiamo che il frontaliere che deve fare 2 ore di strada in auto per arrivare sul posto di lavoro e ha un problema tecnico: come la mettiamo? Supponiamo che questo operaio sia un Charlot nella «catena di montaggio» dello stupendo film del 1936 «Tempi moderni» di Charlie Chaplin. Tutta la produzione sarebbe ferma. Dov’è quindi il nostro imprenditore che non valuta queste eventualità/opportunità? È scandaloso pure affermare, sempre da politici, che ci sono aziende arrivate d’oltre confine ed insediate da anni, specialmente nel Mendrisiotto e che praticano stipendi da fame. Questo significa che la legge da noi non funziona. Ma perché non s’interviene con un correttivo? Benvenga quindi questa piccola riforma ma ancoriamola alla legge con il salario minimo. Votiamo quindi un convinto sì il prossimo 14 giugno. Un salario minimo di fr. 3.500 e nella legge. Il lavoro, oltre che essere un diritto, dà la vera dignità alla persona.
Valerio De Giovanetti, Biasca